Spesso romanzi e cinema hanno scelto di raccontarci storie di personaggi che svolgevano il loro lavoro nel turno di notte. Uno dei più inquietanti è senz’altro Nightwatch (1997): uno studente si paga gli studi facendo il guardiano notturno in un obitorio, tra morti che rivivono e allucinazioni ricorrenti. Un altro esempio, certamente più illustre: Il portiere di notte di Liliana Cavani, pellicola cult degli anni ’70 del Novecento.

E’ un fatto che i turni di lavoro in orario serale o notturno sono in aumento. D’altra parte alcune attività si possono esercitare solo in questi orari: i lavoratori dello spettacolo devono necessariamente essere in servizio di sera o di notte, con ricadute sull’organizzazione della vita propria e dei familiari. Altri lavori sono strutturati su tre turni, non solo nel campo medico o nelle forze dell’ordine, ma anche in molte fabbriche o magazzini, negli hotel e in una crescente quantità di impieghi.
La flessibilità nell’orario di lavoro
Uno studio del 2007 dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’agenzia dell’ONU specializzata su questo tema) ha dimostrato che il lavoro organizzato su turni è presente in particolare nel commercio all’ingrosso e al minuto, nel settore alberghiero e della ristorazione, nei trasporti e nelle comunicazioni.
Nel mondo industrializzato circa un terzo degli addetti ha più turni di lavoro e un quinto di essi anche il turno notturno.
Le domeniche lavorative hanno poi un’incidenza significativa in certi settori: uno studio della Cgia di Mestre del 2018, relativo al 2016, ha evidenziato che lavorano di domenica circa 4,7 milioni di Italiani, in particolare nel settore della ristorazione, del commercio, nella Pubblica Amministrazione, nella Sanità e nei trasporti.
Le regole in Italia

In Italia esiste una legislazione precisa che detta le regole nel campo della turnistica in generale e nel lavoro notturno in particolare, a salvaguardia della salute mentale e fisica dei lavoratori. Il punto di partenza della normativa, oltre all’art. 36 della Costituzione e all’art. 2107 del Codice Civile, è il D.Lgs. 66/2003, che si adegua alle direttive comunitarie 93/104/CE e 2000/34/CE e prevede solo eccezioni ben determinate. Alcuni aspetti previsti dalla Legge: orario su base settimanale non superiore a 40 ore (48 inclusi gli straordinari), di cui non più di 13 per giorno lavorativo. I CCNL di settore possono poi stabilire specifiche condizioni.
Per quanto riguarda il lavoro notturno, ovvero quello che prevede almeno 7 ore lavorative incluse tra mezzanotte e le cinque del mattino, esso non può superare le 8 ore. Alcune categorie sono escluse dal turno notturno in ogni caso, come ad esempio lavoratori o lavoratrici con carichi familiari particolari. Sono inoltre definite con precisione le modalità relative ai riposi.
Organizzare i turni di lavoro

L’organizzazione dei turni è un onere significativo per il datore di lavoro, sia quando viene effettuato manualmente, ad esempio per piccole realtà, sia quando ci si appoggia a un software per turni di lavoro. Non è facile trovare un programma turni di lavoro davvero efficace e in certi casi è necessario intervenire con modifiche a mano. Inoltre, l’assegnazione dei turni deve essere effettuata con un buon margine di preavviso, in modo che il lavoratore abbia la possibilità di organizzarsi a livello personale e familiare.
Problematiche fisiologiche dei turni di lavoro
A chi piacciono i turni
D’altra parte i turni disagiati, come quello notturno o festivo, danno diritto a una retribuzione maggiorata, quindi possono essere appetibili per molti, e in certi casi apprezzati per se stessi.
Chi ha scelto di fare l’attore, o il musicista, in generale di lavorare nello spettacolo, ha messo in conto che la sua attività lo porterà ad adottare un ritmo di vita irregolare. Ma c’è anche chi, semplicemente, sceglie di lavorare la sera o la notte per dedicare il giorno allo studio o alla famiglia.
E c’è ancora chi preferisce gli orari inconsueti, perché non ama lavorare “dalle 9 alle 5” (“Nine to five”, altro film del 1980). In molti blog troviamo esempi di persone così: c’è chi preferisce il lavoro notturno perché lo trova più tranquillo, meno rumore, pochi telefoni, ritmi più lenti. E apprezza anche i vantaggi in busta paga, perché, come dicevamo, il turno di notte è pagato di più. C’è chi dice di riuscire a lavorare meglio perché ci sono meno interruzioni, chi vuole evitare discussioni con quelli che sgomitano per restare nei turni di giorno o sente di poter essere più autonomo e meno controllato.
Ognuno la vede a suo modo: ma certo una vita a turni non è facile. E non è facile neanche organizzarli senza l’aiuto di un software efficace.
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